PROMOZIONE – Cut down the net

La tagli e viene via in un attimo. Basta armeggiare un pò con le forbici ed è fatta. Stagione finita, campionato archiviato. Il “taglio della retina” è l’atto conclusivo del percorso dei vincitori, di quelli che sono arrivati fino in fondo. La taglia tradizionalmente il capitano, sollevato sulle spalle dai compagni di squadra. Quel canestro amputato, quel pezzo di campo che finisce in bacheca, serve a consacrare chi ha conquistato la vittoria sul parquet.
Fino in fondo, aggrappati con un paio di forbici all’anello del canestro, col tabellone luminoso fermo, arrivano solo i campioni. Gli altri stanno a guardare.
Il “cut down the net”, la tradizione del taglio della retina, come la gran parte delle cose legate al mondo della pallacanestro, proviene da oltreoceano, precisamente dall’Indiana, dove un giocatore della Frankfort High School la recise per la prima volta negli anni ’20 alla fine di un campionato vinto. Quel gesto divenne poi un rito nel basket collegiale statunitense, fino ad esplodere in tutto il resto del mondo. L’allenatore di Frankfort HS era a quei tempi Everett Case, che nel corso degli anni con quella squadra avrebbe vinto qualcosina in più di un titolo. Coach Case, the “Gray Fox”, aveva il pallino della memoria, voleva soprattutto che i suoi giocatori ricordassero. Per questo fece tagliare la retina del canestro e ne diede un pezzo a ciascun membro della squadra, in modo che, dieci anni dopo, guardando quello stesso pezzetto sfilacciato, potessero ricordare.

Ed è la stessa cosa che coach Valente ha fatto ieri sera. Un filo per tutti, per non dimenticare questa stagione.
Si sono arrampicati al ferro prima Vittorio, che a ventitré anni vince il suo primo campionato ed è contento come se di anni ne avesse dieci; poi Pasquale e Giuseppe, che sono stati costretti ad abbandonare il cammino a metà strada ma che hanno mantenuto il carro sin dall’inizio.
E giù, a sostenerli, c’erano tutti gli altri. Un gruppo che ha affrontato una stagione complicata e che si è ritrovato a giocare una post-season da cardiopalma. Dopo la vittoria facile (2-0) nella serie con Isernia, le semifinali con la Young Termoli e la finalissima con la capolista Ennebici sono state tutte in salita. Ed in entrambi i casi sono partiti in svantaggio. Hanno dovuto recuperare ogni volta, ribaltare i risultati, i pronostici e le aspettative della gente.
Come ieri sera. Il parziale del primo quarto diceva 12-3 per gli avversari. Tre punti in dieci minuti e una partita tutta in salita, niente di più.
Di nuovo a rincorrere qualcuno, ma stavolta per l’ultima volta.
Il gruppo che ieri sera ha vinto il titolo regionale è un gruppo che tante volte è stato a guardare. Che tante volte è arrivato fino in fondo, ma non ha avuto la forza di scagliare l’affondo finale. Invece ieri la partita l’ha portata a casa, come quel pezzetto di retina sul comodino sta là a ricordare.
Dopo sei anni il titolo di Promozione è tornato a Venafro. Dopo sei anni, siamo tornati a vincere un trofeo in un campionato senior. Quindi, cut down the net e giù il cappello.
Un filo per tutti, per non dimenticare questa stagione. Per aiutare a ricordare, come cercava di far capire coach Everett Case, che il primo passo per vincere è passare attraverso le sconfitte e che, insieme, un filo legato stretto all’altro, si può vincere sempre.
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RISULTATO FINALE: ENNEBICI CAMPOBASSO 47 – BASKET VENAFRO 50

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TABELLINO:

ENNEBICI CAMPOBASSO: Marinelli 2, Tondi 22, Brigante 2, Santella 10, Molinaro 2, Fuiano ne, Ciampitti 6, Serafini 3, Sarracino ne.
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BASKET VENAFRO: Cancelli 16, Inforzato ne, Casapenta 9, Coppola 2, Capocci 2, Romanelli 6, Bandera M. ne, Bandera V., Santoro 11, De Santis 4.

 

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